1976 - Intervista a Masami Matsushita

 
Livello num.
  1. 1970-92 Giornali e Foto
  2. Anno 1976
  3. 1976 - Intervista a Masami Matsushita
Revisione
n. 0 - 12/04/1976 - autore De Leoni - Foglia
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SAMURAI
MASAMI MATSUSHITA IL SAMURAI DELLA NAZIONALE
Allenatore della squadra italiana di Judo, grande protagonista della stagione sportiva 1976. Insegna alla Fiamma Yamato di Roma. Sostiene che gli "azzurri"sono a livello dei Russi e dei Tedeschi e non lontano dai Francesi.

La società sportiva dove insegna il D.T. della Nazionale di judo, Maestro Matsushita Masami, cintura nera 5to dan, è la Fiamma Yamato, il cui Presidente è il sig. Panichelli. Il locale dove si pratica judo è molto spazioso, dotato anche di una tribunetta per assistere alle lezioni ed eventuali gare, e di un tatami veramente notevole: 17x18 m.
Mentre il Maestro Matsushita sta terminando un turno di lezione, iniziamo l'intervista con il sig. Panichelli.
DE LEONI: Sig. Panichelli da quanti anni lei dirige la Fiamma Yamato?
PANICHELLI: La Fiamma Yamato è stata fondata nel 1955: esattamente 22 anni fa.
DE LEONI: Lei è stato quindi uno dei primi divulgatori del judo in Italia e la società da lei diretta ha fornito alla Nazionale italiana molti campioni; ne può citare qualcuno?
PANICHELLI: Premesso che per me tutti coloro che hanno dato qualcosa per la mia società e per la nazionale di judo sono tanti e potrei quindi dimenticare qualche nome, posso citare quelli che al momento mi vengono in mente scusandomi se tralascio qualche atleta importante. Ad ogni modo cito i nomi dei fratelli Tullio e Bruno Carmeni, Di Palma, Tavolucci, Favorini, Salustri, Luzzi Rodolfo, Gaggero, Monti e tanti, tanti altri, cui sono legato da sincero affetto.
DE LEONI: Chi le ha fornito il nominativo del Maestro Masami che è poi diventato allenatore della sua società e D. T. della Nazionale?
PANICHELLI: Senza peraltro dimenticare gli insegnanti tecnici italiani che hanno sempre dato un notevole apporto alla nostra società (quali ad es. il Maestro Vinicio Volpi ed il Maestro Elio Paci) io ho sempre cercato di accostarmi ai Maestri giapponesi che a mio giudizio sono gli unici ad esprimere, almeno fino ad oggi, un judo veramente "classico". A questo proposito non posso dimenticare il Maestro Otani ed il Maestro Kikugawa, anzi è stato proprio il Maestro Kikugawa, dopo il suo ritorno dal Giappone, a segnalarmi 1'attuale insegnante tecnico della Fiamma Yamato, il Maestro Masami.
FOGLIA: Secondo Lei, Panichelli, il judo è in crisi o in continua evoluzione? Mi risponda riferendosi in particolare per quanto riguarda la sua palestra.
PANICHELLI: Non penso che il judo sia in crisi; anzi ritengo che sia in continuo sviluppo e di ciò bisogna dare atto agli Organi Federali che da qualche anno a questa parte hanno cercato di sviluppare un programma più organico che certamente darà i suoi frutti in un futuro non molto lontano (e già qualcosa si intravede). Forse oggi c'è meno spirito di sacrificio di una volta ma sono sicuro che con il sostegno rinnovato della Federazione i giovani riusciranno a trovare anche loro quell'entusiasmo dei vecchi atleti di una volta. Bisogna sperare che nel judo italiano si sviluppi un qualcosa di più organico e che tutte le forze valide che operano in questo campo anziché essere centrifughe si ritrovino più unite, amalgamate da un comune programma di lavoro. In questo senso la nostra Federazione (FILPJ), prima fra tutte le Federazioni, europee, sta costituendo dei Centri, i Centro Olimpia, in vista delle Olimpiadi che si svolgono ogni 4 anni; questo programma si svolgerà attraverso fasi zonali, regionali ed interregionali e anche Nazionali come è il Centro di Preparazione Olimpica di cui è Direttore Tecnico il Maestro Masami. Ciò permetterà di avere a disposizione una massa di giovani più selezionati che seguiranno un metodo uniforme di allenamento; questo sarà senz'altro un vantaggio non indifferente per i quadri della nazionale.
FOGLIA: Diciamo che da questo punto di vista si può sperare in un decentramento pur con una maggiore organizzazione ed uniformità di questi allenamenti.
PANICHELLI: Senz'altro; gli Organi Federali potranno contare su una base più vasta di giovani ed anche più selezionata da un criterio di gare che faranno emergere veramente i più forti.
DE LEONI: Maestro Matsushita a che età ha iniziato a praticare judo e perché?
MATSUSHITA: A 15 anni.
DE LEONI: Come mai proprio judo e non karate, aikido ecc.?
MATSUSHITA: Quando studiavo alle elementari ed avevo circa 11 anni, un vecchio maestro di judo chiese ai miei genitori se mi permettevano di andare con lui a Tokio per praticare judo. I miei genitori hanno dato il loro assenso con orgoglio e così ho cominciato ad allenarmi ed a fare le prime gare. A me piace vincere e per questo ho scelto questo sport.
DE LEONI: A proposito di vincere: lei non teme che la vecchiaia debiliti il suo fisico e quindi anche il suo vigore e la sua possibilità di vincere?
MATSUSHITA: Solo la morte può battermi; finchè avrò vita, io vincerò!
DE LEONI: Maestro Matsushita nella preparazione degli azzurri per le Olimpiadi, lei ha adottato qualche tipo particolare di allenamento?
MATSUSHITA: C'è un'idea fondamentale del judo: ogni maestro adatta il proprio temperamento a questa idea fondamentale ed adotta quindi un proprio personale criterio di allenamento per portare il proprio allievo al massimo delle sue possibilità; io ho un criterio un po' diverso da quello di altri istruttori; per realizzare la "mia idea di Judo" io alleno i miei allievi su cinque tipi di preparazione:
1) tecnica di attacco; 2) tecnica di difesa; 3) tecnica di corpo a corpo; 4) tecnica di sutemi waza; 5) tecnica di lotta a terra. Quando un atleta si è allenato con tale tipo di allenamento può affrontare un incontro relativamente tranquillo in quanto in ogni fase della gara saprà sempre cosa gli conviene fare e non si troverà mai in difficoltà con avversari ad esempio forti a terra o in piedi o nei sutemi waza. Invece se si allenasse solo in piedi o a terra, l'atleta sarebbe limitato nelle sue possibilità di vittoria ed inoltre le sue capacità non sarebbero sfruttate al massimo.
Oltre a questa parte puramente tecnica c'è un riflesso psicologico importante: il nostro è un lavoro di gruppo, dove non esistono individualità privilegiate. Solo il Maestro deve sempre stare un pochino "più avanti" dei propri allievi. Ma i risultati raggiunti sono l'opera conclusiva dell'impegno e dell' entusiasmo di tutti gli azzurri.
DE LEONI: Quante ore di allenamento mediamente sostengono i suoi atleti (parlo ovviamente degli azzurri?)
MATSUSHITA: In media 8 ore così suddivise: 2 ore di footing, 2 ore di pesi e 4 ore di lavoro sulla materassina.
DE LEONI: Maestro Masami, sono a conoscenza che gli atleti russi, attualmente tra i più forti in campo mondiale, stanno eseguendo approfonditi studi sulle capacità del cervello umano applicate allo judo; mi spiego meglio: come lei certamente sa più rapida è la reazione ad una determinata sollecitazione più veloce sarà, (nel campo del judo), la tecnica o il controcolpo portato nei confronti del proprio avversario. Pensiero ed azione insomma. dovrebbero avere soluzione di continuità. Qualcosa di simile che può avvenire in un praticante di "ZEN", quando - sgombrata la mente dalle elucubrazioni intellettuali, ed accingendosi ad esempio a scoccare la freccia nel tiro con l'arco - il relativo bersaglio non sarà colpito perché il corpo avrà effettuato determinati movimenti ma sarà l'uomo nella sua composizione di corpo e spirito a "condurre" la freccia medesima sul bersaglio in un risultato che va molto al di là del fine immediato di fare centro. Tornando ai russi, mi risulta, come ho detto, che in questo campo di studio delle possibilità della mente umana, ancora tutta da scoprire, essi stiano effettuando esperimenti tenuti nel massimo segreto, anche con l'ausilio di apparecchiature perfettissime. Certo poter captare 1'intenzione del proprio avversario prima che questi sferri il proprio attacco, sarebbe un vantaggio non trascurabile!
MATSUSHITA: Sinceramente non saprei risponderle con precisione; forse gli atleti inglesi hanno effettuato simili esperimenti, ma i russi credo proprio di no.
DE LEONI: Lasciamo da parte argomenti che potremmo chiamare di "fanta-judo" ma che indubbiamente hanno qualche fondamento di verità e giriamo la domanda a chi è più addentro alla materia; a lei Maestro Masami chiedo se, oltre agli allenamenti di cui mi ha già parlato, curi anche il lato emotivo o spirituale dei suoi atleti facendogli praticare "ZEN" oppure «YOGA».
MATSUSHITA: No.
FOGLIA: Maestro Masami la nostra nazionale conta solo qualche individualità come Mariani oppure secondo lei è sufficientemente agguerrita per poter competere con le altre nazioni che vanno per la maggiore?
MATSUSHITA: La nazionale italiana non si deve identificare solo con Mariani; non sarebbe giusto. Tutti, sono preparati atleticamente e tecnicamente: Vecchi, Gamba, Daminelli, Rosati e tutti gli altri hanno dato il massimo di sé allenandosi con il massimo impegno e la massima concentrazione. Se Mariani fosse stato solo i risultati che ha ottenuto non sarebbero mai venuti. Come ho già detto il mio è un lavoro di équipe che coinvolge tutti gli atleti.
FOGLIA: Pensa quindi che oltre Mariani, anche gli altri azzurri abbiano le possibilità di emergere ed ottenere i risultati che lo stesso Mariani ha ottenuto in campo mondiale?
MATSUSHITA: Ci vorrà ancora un po' di tempo; forse due o tre anni ma poi se continueranno ad allenarsi (e sono certo che lo faranno) con lo stesso impegno fin qui dimostrato, anche loro sicuramente otterranno grandi soddisfazioni.
FOGLIA: Maestro Masami come mai nel Karate sia individualmente che a livello di squadra, la Nazionale Italiana riesce ad ottenere risultati molto importanti mentre nel Judo solo ora, con Mariani, si è ottenuto un exploit di grande prestigio?
MATSUSHITA: Karate e Judo non "andranno mai d'accordo" e questo è chiaro; idea di judo e idea di karate sono completamente differenti. Chi ha praticato judo come me e lo ha scelto come "do" della sua vita non può essere d'accordo con la pratica o meglio con i fini del karate: mentre infatti nel judo è necessario creare prima 1'uomo, il suo carattere, il suo spirito e quindi impostarlo tecnicamente, nel karate invece viene prima la tecnica, la perfezione del colpo portato con velocità e precisione. Nel judo io devo "costruire" l'atleta, aiutarlo a sopportare sacrifici e fatiche che a volte sono al limite delle sue possibilità; poi il resto, la tecnica, viene da sè; ma ci vuole tempo, molto tempo.
FOGLIA: Come bagaglio tecnico i nostri azzurri a che livello sono rispetto alle altre nazioni?
MATSUSHITA: Tecnicamente attualmente siamo allo stesso livello dei russi e dei tedeschi e possiamo competere onorevolmente anche con i francesi.
FOGLIA: Diciamo quindi che possiamo competere da pari a pari con le altre nazioni più forti d'Europa.
MATSUSHITA: Adesso sì. Siamo in grado di affrontare con una certa tranquillità qualsiasi nazione europea.
FOGLIA: Qual'è secondo lei la migliore scuola del mondo dal punto di vista tecnico ed agonistico?
MATSUSHITA: I francesi hanno un judo pulito, molto tecnico e simile a quello giapponese; per me comunque la scuola guida rimane sempre quella giapponese.
FOGLIA: Maestro Masami lei è sposato?
MATSUSHITA: Sì da tre anni con una ragazza giapponese; ho un figlio di 16 mesi che non appena sarà cresciuto praticherà anche lui judo.
DE LEONI: Maestro Masami è vero che in Giappone non c'è più quel rispetto delle tradizioni e del Maestro che una volta caratterizzavano le arti marziali?
MATSUSHITA: E' vero. Questo accade perché i giovani, come d'altra parte quasi tutti i giovani del mondo, vogliono tutto subito e senza sacrifici. Essi non capiscono più "lo spirito" la vera "idea del judo"; gli allenamenti di Osaka, famosi per la loro durezza sono ormai un lontano ricordo. Ma il vero judo, le vere arti marziali, debbono essere praticate con quello spirito antico.

Masami Matsushita, l'ultimo Samurai. E' questo il titolo dell'intervista; titolo che ci sembra adattissimo a questo Maestro che riassume in sè tanta parte della migliore tradizione giapponese del judo. Forse il segreto, della inattesa trasformazione degli azzurri è proprio in questo uomo semplice, preparato, coraggioso e sicuro di vincere.

Foto a sinistra: il Maestro Masami Matsushita intervistato dai nostri collaboratori Giuseppe De Leoni e Umberto Foglia.
Foto a destra:il Maestro Masami Matsushita D. T. della Nazionale di Judo e 5to Dan in allenamento sui tatami della "Fiamma Yamato".
Referenze
  1. Trovalusci Gaetano (1976) "Archivio dell'attività di Judo"; Documentazione Privata; Distribuzione riservata
© 2006-2024 Alessandro PONE ed Edoardo PONE
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